Una dettagliata descrizione di questa figura professionale, che opera nell'ambito degli asili nido.
Lavorare al nido: probabilmente tuttora queste tre parole evocano, erroneamente, il concetto di semplice badanza, la figura dell'educatrice come "vice mamma", sua sostituta durante le ore lavorative.
Invece la relazione che si instaura tra educatrice e bambino è qualcosa di molto più complesso: si tratta infatti di una "relazione educativa", di un rapporto relazionale-educativo-formativo, caratterizzato da reciprocità, finalizzato ad una sana crescita psicologica del bambino ed alla strutturazione di una personalità sana.
Percorso che si attua attraverso vari interventi:
- La promozione dello sviluppo fisico, cognitivo, affettivo e sociale del bambino.
- La sensibilizzazione delle famiglie a favore dell'impegno educativo, mediante consigli e supporto emotivo.
- L'attuazione di un progetto di "compensazione affettiva", nel caso in cui il bimbo viva uno stato di disagio in famiglia.
- Programmazione di controlli medici e psicologici periodici, al fine di realizzare una diagnosi precoce di eventuali disturbi.
Ecco perchè l'educatrice viene definita "organizzatrice secondaria della personalità del bambino", dove gli organizzatori primari sono, ovviamente, i genitori.
Una figura che dovrà quindi garantire competenza e professionalità, date dalla combinazione di più elementi:
- Conoscenza delle moderne teorie psico-pedagogiche dell'età evolutiva.
- Capacità di progettazione e programmazione dell'attività educativa e didattica, mediante l'attuazione di attività ludico-creative diversificate per età e bisogni.
- Attitudine all'osservazione, alla riflessione ed alla valutazione.
- Sensibilità, predisposizione all'interazione e spirito empatico.
Il rapporto tra bambino ed educatrice è quindi uno scambio relazionale continuo, durante il quale l'educatrice si sofferma ad osservare i comportamenti del bimbo al fine di comprenderne le esigenze e di favorire in lui il desiderio di interazione e la curiosità esplorativa, facilitandone il processo di apprendimento e favorendo la trasformazione delle potenzialità in capacità.
Si tratta di un rapporto privilegiato, basato su una stimolazione cognitivo-affettivo-sociale continua e costante, che accompagna il bambino nel suo percorso di crescita.